Il conto titoli
Scegliere il giusto conto titoli per i tuoi investimenti
📌 In sintesi
Cosa imparerai:
- Cos'è un conto titoli e a cosa serve
- Come scegliere l'intermediario giusto
- Struttura dei costi e commissioni
- Differenza tra intermediari italiani ed esteri
Tempo di lettura: ~10 minuti
Il conto titoli
Un conto titoli è sostanzialmente un deposito per strumenti finanziari. Esso serve per contenere azioni e obbligazioni. Quindi il conto titoli è lo strumento fondamentale per contenere la parte di patrimonio afferente al terzo e al quarto pilastro (Terzo pilastro: spese prevedibili, Quarto pilastro: investimenti a lungo termine).
Esso funge da contenitore di titoli e da interfaccia con la liquidità, nel senso che il denaro per acquistare titoli o generato dalla vendita degli stessi viene automaticamente preso o messo sul conto corrente associato.
Il conto titoli dà accesso ad alcuni mercati. Quindi la prima cosa da fare quando si apre un conto titoli è capire a quali mercati da accesso tale conto titoli. Le persone che seguono questo corso, tendenzialmente, non hanno la necessità di accedere a borse diverse da Borsa Italiana. Borsa italiana ha un'ottima selezione di ETF e obbligazioni, di base quindi è già un bacino abbastanza completo per il piccolo investitore italiano.
La seconda cosa da controllare quanto si deve scegliere un conto titoli sono i costi del conto titoli.
Di base il conto titoli ha questi costi:
- costo annuale: solitamente è un costo per la semplice tenuta di titoli. Alcune banche online lo forniscono a zero o poco più di zero. Il costo annuale del conto titoli è giustificato dal fatto che, se si acquista qualche strumento al quale succede qualcosa per il quale un operatore potrebbe dover intervenire manualmente in caso di necessità, per la banca diventerebbe un costo. Alcune banche tradizionali fanno pagare in base al tipo di titoli detenuti, anche se questa usanza sta scemando;
- costi dipendenti dagli ordini: si paga una commissione per ogni ordine di acquisto o di vendita che si fa. Ogni volta che si compra o si vende in un conto titoli viene applicata una commissione dalla banca che può essere fissa o in percentuale rispetto all'importo di acquisto o di vendita. Per dare un ordine di grandezza: 5 € è un buon prezzo per una commissione fissa (se si scambiano importi che abbiano margine rispetto alla commissione), mentre quando si parla di percentuali, di solito si aggirano intorno a 0,1% - 0,2% ad operazione.
In finanza (in particolare nei mercati borsistici, azionari o obbligazionari) si compra o si vende. Gli strumenti non scadono, non finiscono, ma vengono venduti e comprati in momenti diversi.
Il conto titoli deve essere per forza associato al conto corrente?
Se la stessa banca gestisce CT e CC, si ha la comodità di avere i soldi del CT immediatamente disponibili sul CC, in sostanza bisogna solo aspettare i tempi tecnici per lo spostamento di denaro. Quindi, non si ha bisogno di avere dei soldi sul CT come liquidità per acquisto di titoli.
Si può però tranquillamente avere il CT presso una SIM (Società di Intermediazione Mobiliare), un intermediario che non offre un CC ma solo CT. In questo caso è però necessario effettuare e ricevere bonifici dal conto titoli al conto corrente e viceversa.
Come guardare le commissioni
Alcune banche offrono un profilo digressivo di pagamento, quindi più si opera, meno si paga ogni singola operazione. Questi profili sono tendenzialmente poco profittevoli per chi effettua poche operazioni, come nel caso di chi ha bisogno di questo corso.
Esempio benchmark (quindi attendibile a febbraio 2024): una banca nel video offre questi costi per ogni operazione, se le commissioni generate nel mese precedente sono inferiori ai 100 €:
- Mercato azionario Italia: 8 €/operazione;
- Mercato obbligazionario Italia: 12 €/operazione;
- NASDAQ – NYSE: 15 $/operazione;
- XETRA (borsa tedesca): 8 €/operazione + spesa fissa di 9 €;
- €NEXT (borsa europea): 8 €/operazione + spesa fissa di 12 €.
Altro benchmark (FINECO), sempre per chi opera il minimo possibile:
- Commissione fissa a 19 €/operazione nel mercato italiano ed europeo;
- Commissione fissa a 12,95 $/operazione nel mercato americano;
- Commissione fissa a 25 CAD/operazione nel mercato italiano ed europeo.
Questa offerta vale per tutti i titoli: obbligazioni, azioni, ETF ecc.
Un buon riferimento è il forum di finanza online forum.finanzaonline.com dove spesso si trovano info utili per la scelta del conto titoli.
Cambiare il conto titoli
Si possono trasferire i titoli, cioè gli strumenti finanziari acquistati, da un conto titoli a un altro. Grazie alla legge Bersani, questa è un'operazione che ora si fa gratuitamente (prima si pagavano tranquillamente 50 € a titolo). Il problema è che questa operazione va fatta a mano da parte degli addetti delle banche; quindi, solitamente è un'operazione che richiede tempo, potrebbe addirittura arrivare ad un mese di tempo richiesto. Nel frattempo, i titoli oggetti di trasferimento non avranno un'allocazione, e quindi sempre meglio evitare di cambiare troppe volte il conto titoli.
Quanti conti titoli?
Per chi possiede patrimoni ingenti in titoli (ben oltre 100.000 €), sono consigliati almeno due conti titoli, per chi ha ben oltre 500.000 € investiti in titoli conviene pensare anche un terzo conto titoli. Questa è una strategia per i casi estremi in cui si ha bisogno di soldi e magari il primo conto titoli risulta momentaneamente bloccato.
Così facendo si diversificano anche gli intermediari, infatti, i titoli che si hanno presso un intermediario non sono garantiti da alcun fondo, a differenza dei conti correnti e dei conti deposito che hanno un fondo di garanzia fino a 100.000 €. L'intermediario è comunque obbligato a tenerli in uno spazio separato dai titoli dell'intermediario stesso e quindi se l'intermediario fa le cose in modo regolare e dovesse infaustamente fallire, i propri titoli detenuti presso l'intermediario sarebbero preservati in quanto posti in un fondo separato da quello dell'intermediario stesso. Un eventuale guaio succederebbe se l'intermediario avesse agito in modo irregolare e questo è un altro motivo per diversificare anche l'intermediario.
Quanto sopra perché, nel caso in cui si abbiano così tanti soldi in titoli, le priorità sono, in ordine:
- mantenere il patrimonio il più possibile intatto;
- avere meno noie possibili nella gestione dei titoli.
In ogni caso, a fronte di una spesa maggiore si hanno più sicurezze e comunque con quei soldi investiti sicuramente il guadagno sarà maggiore della spesa di mantenere tre conti titoli.
Intermediari esteri
I più famosi in Italia nel febbraio 2024 sono:
- Degiro;
- Scalable Capital;
- Trade Republic;
- Interactive Brokers.
Sono famosi perché hanno profili di commissioni migliori rispetto agli italiani o addirittura hanno commissioni gratuite. Inoltre, danno accesso a mercati ai quali molti intermediari italiani non danno accesso.
Tuttavia, è meglio evitare per un investitore alle prime armi tali tipologie di intermediari. Questo perché, in caso di intermediario italiano le tasse sugli investimenti finanziari vengono calcolate e pagate direttamente dall'intermediario italiano, mentre in caso di intermediari esteri non è così e le tasse vanno pagate autonomamente. Il problema è che la normativa sulla tassazione delle rendite finanziarie è molto complessa ed incerta anche per i commercialisti (alcuni non offrono il servizio di calcolo finanziario) e non vale la pena complicarsi la vita per poche commissioni. Il vantaggio dei primi tre è che nel febbraio 2024 offrono un servizio di modelli fiscali generati automaticamente e quindi per loro resta soltanto da consegnare i modelli finanziari.
App
Si trovano online parecchie app, tipicamente usate dai giovanissimi, che permettono di acquistare titoli in modo apparentemente molto semplice. Bisogna fare attenzione a queste app, che in molti casi sono esattamente degli intermediari finanziari esteri su cui poi sarà necessario comunque produrre della documentazione fiscale, il che significa in sostanza che dovremo pagare un commercialista esperto nel settore.
In alcuni casi, addirittura, queste app non fanno neanche comprare azioni, ma piuttosto quelli che vengono chiamati CFD, che sono strumenti finanziari evoluti che simulano l'andamento delle azioni.
In ogni caso gli adempimenti fiscali sono assolutamente onerosi e non vale la pena dovercisi cimentare solo per aver movimentato pochi spicci.